Riapre lo spazio espositivo CLIP con L'attesa di Maria Clara Gatti

Riapre domani, sabato 15 ottobre, lo spazio espositivo CLIP con l'esposizione dell'opera di Maria Clara Gatti L'Attesa.

Queste le parole con cui la prof.ssa Pacchetti presenta l'opera:

Raramente l’arte e la creatività̀ seguono strade prevedibili; amano spesso riposare all’ombra della vita e lasciare che il quotidiano scorra indisturbato, si nutrono di sguardi, di parole, di riflessioni, di emozioni e poi, piano piano, si risvegliano, per plasmare la materia con le forme ed i colori.

È sempre stata su due binari la vita di Maria Clara Gatti, da un lato gli studi scientifici, la scienza, la sete di capire, di scoprire, di conoscere e dall’altro la voglia di creare, di colorare, di toccare e di lasciare un’impronta. È come se sin dalla sua infanzia un filo rosso legato all’arte non l’avesse mai abbandonata. Sin da bambina il suo girovagare, il suo curiosare e il suo perdersi fra la natura hanno cercato in un foglio, nei colori o nella materia qualcosa da dire. Poi, quando la vita sembrava ormai andare in direzione opposta, un incontro sul lavoro con Oreste Quattrini ha portato Maria Clara nel suo studio a imparare a scolpire. Da lì a frequentare il serale del liceo artistico il passo fu breve.

È quindi bello e significativo che la statua esposta in questa sede sia proprio L’Attesa: una donna in piedi con lo sguardo sospeso e il vento fra i capelli. Una scultura che, se da un lato evoca l’amore di Maria Clara per Arturo Martini, per Casorati, Campigli e il gruppo del Novecento, dall’altro traduce il suo pensiero ed il suo sentire con mezzi e toni ben precisi. È la consistenza grossolana della creta refrattaria ad appassionare l’artista e sono i colori di ossidi di ferro e manganese a modulare delicatamente la luce e i suoi riflessi. I volumi, stilizzati ma decisi, acquistano forza e consistenza grazie ad una sinergia di pieni e vuoti in dialogo con lo spazio. Ma è soprattutto lo sguardo che colloca L’Attesa in una sfera spazio-temporale sospesa, quasi magica ed evocativa, mentre alle spalle il soffio del vento, simbolica presenza delle forze avverse della vita, le scompiglia i capelli, senza turbare la sua forza interiore, senza mai riuscire a spezzare quell’eterno filo rosso che magicamente lega l’artista all’opera e Maria Clara alla sua arte, al suo passato, al suo presente e al suo cammino verso il futuro.